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Jordan Belfort, The Wolf of Wall Street (parte 2)

by Thomas
Jordan Belfort, The Wolf of Wall Street (parte 2)

Eccoci qui per continuare la storia di Jordan Belfort, The Wolf of Wall Street (parte 2).

Guardate quello che dice Alden Cass, un famoso psicologo che ha aiutato molti trader di Wall Street ad uscire dalla droga. Jordan Belfort prima di arrivare a Wall Street non faceva uso di droghe, dopo come tanti altri è diventato dipendente, i ritmi di un trader sono infernali specialmente a Stratton Oakmont.

Sembrerà strano quello scrivo ma è la realtà dei fatti, la droga che usavano consentiva di alleggerire i ritmi frenetici del mercato, ridurre lo stress, viaggiare con la mente in un altro mondo e in ultimo diminuire i sensi di colpa dei trader consapevoli di derubare i clienti.

In quest’atmosfera paradossale non poteva mancare il sesso, sì i dipendenti facevano sesso negli uffici perché secondo Jordan Belfort serviva a motivarli aumentando la produzione sul lavoro. Il Wolf of Wall Street aveva stabilito dei giorni precisi, per esempio il martedì era il giorno delle prostitute che ballavano sul tavolo, l’obiettivo di due trader era di vendere il più velocemente possibile un paniere di azioni, il vincitore avrebbe vinto la ragazza.

Per non parlare di tutte le serate che Jordan organizzava per motivare i suoi dipendenti a passare i propri limiti, ma per completare l’opera gli mancava una fidanzata top model. Dopo aver sfogliato un giornale Jordan Belfort vide una ragazza di nome Nadine Caridi e si innamorò di lei, comprò una villa enorme a Long Island raggiungendo così l’apice della sua carriera.

Il fatto più incredibile è che i suoi dipendenti guadagnavano tanti soldi e visto lo stile di vita al limite, riuscivano a spendere tutto lo stipendio in un mese, per Jordan Belfort era importante perché poteva controllarli e manipolarli più facilmente.

È proprio la manipolazione che ha fatto grande il Wolf of Wall Street e la sua capacità incredibile di comunicazione, nel 1990 la rivista Forbes ha pubblicato la copertina con la foto di Jordan Belfort con il titolo: “Steaks, stock, what’s the difference?  Sottolineando le operazioni sospette della Stratton Oakmont, dipingendolo come un personaggio ambizioso e avido. La giornalista ha evidenziato che questa società vendeva azioni particolari a clienti ingenui e di mettere in guardia i potenziali clienti.

Nella pratica i trader di Stratton Oakmont contattavano i clienti promettendo guadagni incredibili, questi “potenziali clienti” venivano scelti con particolare attenzione, infatti risiedevano tutti fuori lo Stato di New York, quindi lontano dal mondo di Wall Street.

Negli anni 90’ era difficile per queste persone verificare (come oggi) le azioni su internet, spesso erano società fantasma fino a quando Jordan Belfort per fregare le sue vittime decise di usare la strategia Pump and Dump.

Il Pump and Dump consiste nel gonfiare artificialmente i prezzi delle azioni e poi rivenderli, un esempio fu quando investì 500000 dollari in Steve Madden, detenendo più della metà del capitale (illegale in un mercato controllato), così decise di fondare società di comodo per scappare ai radar della Sec.

Quando Steve Madden entrò in borsa Stratton Oakmont comprò massivamente le azioni al prezzo di 5 dollari, innescando un movimento di trend following di altri compratori sul mercato, Steve Madden arrivò a toccare 18 dollari e Jordan Belfort diede l’ordine di vendere realizzando un profitto di 20 milioni di dollari in soli 20 minuti.

Questo sistema venne ripetuto altre volte dal Wolf of Wall Street con lo scopo di speculare sui mercati finanziari, addirittura fondò 30 società inventate per intrappolare gli investitori nel Pump and Dump.

In seguito a questi giochi, Wall Street venne a conoscenza della Stratton Oakmont, in particolare la Sec che iniziò a indagare viste le denunce dei clienti truffati. Purtroppo la Sec cercò di trovare le prove contro Jordan Belfort ma senza riuscirci, solo un agente del Fbi Gregory Coleman accettò la sfida.

Per Gregory Coleman fu difficile all’inizio proseguire le indagini, molti trader guadagnavano milioni di dollari e non avevano intenzione di cooperare con l’Fbi per incolpare le frodi di Stratton Oakmont. La prima vittoria arrivò nel 1994 dopo 2 anni di indagini, quando Jordan Belfort fu tolto dalla carica di Ceo, venne multato per 2 milioni di dollari dalla Sece e dovette ridare la sua licenza di trader.

In realtà non cambiò molto perché continuava ad avere una forte influenza sui suoi dipendenti e guadagnava un salario di 1 milione di euro al mese, il fatto che condannò Jordan Belfort fu l’organizzazione di evasione fiscale in Svizzera. Per fare questo utilizzava una donna svizzera sposata con un americano e corrieri (cash mule) che portavano il denaro in Svizzera.

I soldi venivano nascosti nelle valigie o incollati addosso alle persone per poi essere depositati su diversi conti in Svizzera. Nel 1998 Belfort venne incolpato per frode e evasione fiscale, fu incarcerato però collaborò con l’Fbi e la giustizia sputtanando i suoi amici e collaboratori, sennò avrebbe fatto 27 anni di prigione.

Al processo fu condannato a rimborsare 110 milioni di dollari, gli furono sequestrati i suoi beni (casa, macchine, barca etc…) ma per buona condotta rimase in carcere in California solamente 22 mesi (no 4 anni come previsto) dove la fortuna fece che fu vicino a Tommy Chong.

Jordan Belfort quando era in prigione raccontò tutta la sua vita a Tommy Chong che gli consigliò di scrivere un libro che 2 anni più tardi diventò The Wolf of Wall Street, un best seller in tutto il mondo.

Anche questa volta fu baciato dalla fortuna, il suo stile di vita sfrenato attirò l’attenzione di Hollywood dove il regista Martin Scorsese fece un film con l’attore Leonardo Di Caprio (dicembre 2013), questo film fu un successo planetario.

Oggi Jordan Belfort tiene delle conferenze, insegna le sue tecniche aggressive di vendita facendo pagare 30000 dollari l’ora e vende corsi su internet, sembra incredibile ma un personaggio sleale e senza scrupoli continui ad essere una leggenda.

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